Omaggio al Poeta Nino Ferraù
CD e libro
A cura di Concetta Catena Machì.
In collaborazione con Fabio
Giacomo Leone.
Settembre 2018, Armando Siciliano Editore (Me)
Canti dell'Aria, dell'Acqua, della Terra, del Fuoco
In collaborazione con Francesca Spadaro.
Maggio 2018,
Armando Siciliano Editore (Me)
I Radichi da Me Terra
Dicembre 2012, Phoné - Suoni e Canti della Tradizione
Musiche
scritte ed eseguite da Gemino Calà in sovra incisione, con l'ausilio
dell'informatica musicale e strumenti acustici, quali Clarinetto, Chitarra,
Fisarmonica, Marranzano.
Raccolta di 58 poesie siciliane recitate e cantate dalla poetessa popolare messinese Maria Costa. Ad accompagnare la linea del canto, che ricopre profili melodici della tradizione di antica memoria, Gemino Calà, che, alla fisarmonica o alla chitarra, con modalità tipiche della musica tradizionale, segue con discrezione i profili interpretativi vocali di Maria Costa, caratterizzati da inevitabili oscillazioni tonali e libere improvvisazioni. “…” Ad introdurre e chiudere i testi poetici originali di Maria Costa, da lei stessa mirabilmente interpretate con una phonè dai cangianti colori e umori, le invenzioni ed improvvisazioni musicali di Gemino Calà, che incide vibranti ed inebrianti suoni di vita, al clarinetto e allo scacciapensieri. “…”
U me Regnu è u Puitari
Dicembre 2008, Phoné - Suoni e Canti della Tradizione
Musiche
scritte ed eseguite da Gemino Calà in sovra incisione, con l'ausilio
dell'informatica musicale e strumenti acustici, quali Clarinetto, Chitarra,
Fisarmonica, Marranzano.
La colonna sonora che accompagna le poesie di Maria Costa è stata appositamente composta, tranne Zufolomania, U’ Serpenti, U’ Marranzanu, che sono comunque sempre brani di mia composizione, pubblicati nell’Album Ventu d’Amuri edito da Alfa Music nel 2003; Una lacrima sulla tomba di mia madre, è invece una marcia funebre per banda di A. Vella sulla quale ho realizzato un arrangiamento piuttosto contrappuntistico per tre clarinetti; mentre Nuvena, ‘A Nuciddara, Ninna Nanna, Maria da sacra littra e Carbuni, sono brani caratteristici della tradizione siciliana dei quali ho fatto sia la trascrizione sia l’arrangiamento, selezionati da me e da Mario Sarica in quanto più adatti all’atmosfera originata dal testo poetico. L’attuale raccolta di poesie mi ha dato ancora una volta l’occasione di comporre dei brani musicali nei quali ho mescolato i timbri degli strumenti popolari, (’U “Friscalettu”, il “Clarinetto popolare”, ‘U “Marranzanu”, ‘A “Brogna”, ‘A “Troccula” ‘U “Friscalettu a coulisse” ) con quelli degli strumenti colti quali il “Pianoforte” ed i “Sassofoni”. Gli strumenti popolari mi hanno dato anche la possibilità, nonostante la loro semplicità strutturale di creare un’ effettistica quasi tecnologica, come si può dedurre dal sibilo del vento prodotto dal friscalettu di canna a coulisse, oppure il cinguettio degli uccelli. ‘U “Friscalettu” o “Zufolo”, definito “flauto di canna dritto semplice a bocca zeppata”, tipico strumento musicale pastorale siciliano, da me costruito anche con materiali inconsueti per uno strumento dalle origini pastorali, (segmenti di tubi di plastica e di condotte idrauliche!) rappresenta un'eredità organologica plurimillenaria, sopravvissuta grazie ad un "sapere" trasmesso per vie agro-pastorali da padre in figlio. Questo strumento musicale ha assunto, in questi ultimi anni, una nuova considerazione grazie al lavoro di ricerca e all'attento studio ai quali mi sono dedicato: sono riuscito ad estrapolare da questo piccolo e leggero strumento delle potenzialità musicali così affinate da poterlo considerare un “nobile” strumento che si mescola anche con il timbro del quartetto di clarinetti, dell’orchestra di fiati e dell’orchestra d’archi. In questo caso lo vediamo protagonista nel ruolo di strumento solista (Trak 18); insieme al pianoforte (Trak 7,11,14,); in trio: friscalettu, pianoforte e sassofono (Trak 2, 31); sempre in trio: friscalettu, clarinetto popolare e pianoforte (Trak 27); e in duo di friscaletti (Trak 3) La “Zampogna a paro siciliana”, le Campane di Tortorici (Costruite dal M° Francesco Agliolo) e le altre percussioni quali congas e bongos, sono protagonisti del brano ‘A Nuciddara, (Trak 28) che accompagna la poesia dal titolo ‘A Vinnigna. Questo è un accoppiamento timbrico singolare di cui mi sono già avvalso nell’album Ventu d’Amuri, in quanto riproduce quella atmosfera di lavoro tipica dei campi. Il brano Maria da sacra littra (Trak 16) eseguito dal violino, suonato magistralmente dal M° Antero Arena e dalla fisarmonica, crea l’atmosfera musicale suggestiva della poesia A Matri a littra, suggestione in parte dovuta all’uso del violino che ha introdotto quell’elemento di diversità all’interno dell’intero CD. Le micro – composizioni qualche volta portano lo stesso titolo delle poesie per mettere in risalto maggiormente il testo poetico, attraverso la commistione tra note e parole che alcune volte esalta l’allegria poetica, altre volte invece esaspera il pathos, l’angoscia della vita e delle sue vicissitudini (Earthquake). Essi attraversano diversi generi musicali, che vanno dalla musica popolare a quella classica novecentesca e jazzistica. I brani A Festa, ’U Cocciularu si sviluppano attraverso un sistema armonico tonale, mentre Consabauni e Lavaturi ì lana si sviluppano con un sistema armonico modale. Qualche brano si avvicina alla musica dodecafonica quella sulla quale Schonberg sosteneva che “anche una leggera reminiscenza dell’armonia tonale disturberebbe, poiché si determinerebbero false attese di conseguenze e continuazioni….”. Qualche brano invece ci ricorda la dodecafonia weberniana mentre qualche altro ancora si avvicina alla tecnica compositiva della “Composizione per gruppi” che utilizzava Karlheinz Stockausen; Quasi tutti i brani musicali presenti in questa raccolta di poesie, molto emozionante, sono stati da me eseguiti, avvalendomi del procedimento di registrazione di sovraincisione che consente allo stesso esecutore di eseguire più parti. Infine voglio rivolgere un ringraziamento affettuoso per la preziosa collaborazione ai musicisti: “Fabrizio Torrisi”, “Francesco Pisano”, “Antero Arena”; e ai gruppi musicali: “Euterpe-Saxophone-Quartet” e “DiscantoSiculo”.
Trattasi di una raccolta di 8 brani eseguiti con lo zufolo siciliano, registrati con diverse formazioni musicali e nel corso di diversi periodi della mia esperienza artistica. La scelta del titolo non è casuale,anzi serve a sottolineare la mia “mania”nello studiare questo strumento rudimentale,per farlo conoscere, sotto una luce diversa,più completa di quanto non sia stato fatto prima d’oggi. Anche il primo approccio con questo strumento è stato limitato alle esecuzione di brani di musica popolare eseguiti durante gli spettacoli dei gruppi folkloristici. Ma la mia curiosità mi ha spinto,negli anni, a fare dello zufolo ,un oggetto dei miei esperimenti musicali che mi hanno portato ad eseguire generi impensabili,quali il jazz e la musica classica e a cimentarmi nella costruzione di strumenti ricavati, non solo dalla canna ma anche dai tubi di plastica e di condotte idrauliche. Così per dare corpo ai miei studi ed esperimenti nasce questa raccolta,intitolata “Zufolomania il cui indice stesso introduce l’ascoltatore in questo excursus evolutivo che la contraddistingue: ”U Ballettu”, ”Nesos”, ”Il Cappello”, ”Zufolomania”,”Entr’Acte”, ”Tarantella Siciliana op. 69”, ”Caravan” e “Un Minuto”. Prima di proseguire con la presentazione dei singoli brani,credo che sia opportuno dare qualche breve informazione sullo zufolo siciliano,organologicamente definito”flauto di canna siciliano a becco corto o flauto di canna diritto semplice a becco a bocca zeppata. Accanto a quello semplice che di fatto è il più usato e conosciuto,esiste anche lo zufolo doppio,la cui caratteristica fondamentale è data dall’essere formato da due canne o tubi, di lunghezza ineguale e separati tra di loro in cui il suonatore soffia contemporaneamente:Ciascuno di questi due tubi consta di un certo numero di fori, pari a 5 per lo zufolo destro e 4 per quello sinistro. E proprio lo zufolo doppio domina l’esecuzione nel primo brano da titolo U Ballettu: trattasi di una melodia tipica della tradizione agro-pastorale,eseguita in passato, dai pastori per alleviare la fatica delle loro giornate di lavoro,trascorse ad accudire il gregge(transumanza,tosatura ecc). Segue la tarantella “Nesos”,una mia composizione dedicata all’omonimo gruppo folkloristico il cui nome prende origine dalla cittadina d’appartenenza, in provincia di Messina, Naso, che si presta ad essere ballata non solo dai gruppi folks ma anche dalle masse popolari. Non si allontana dalla musica da ballo,anzi la esalta ulteriormente il brano “Il Cappello”che riproduce lo stile del Liscio Romagnolo Ma indubbiamente il brano, anch’esso di mia composizione, che esprime al meglio le capacità tecnico-musicali di questo piccolo strumento è “Zufolomania” eseguito con lo zufolo doppio e ricco di abbellimenti(trillo,frullato,glissato,glissato frullato) e con il doppio e triplo staccato che si contrappongono ad un ritmo molto veloce. I brani che seguono,propri del genere classico,”Entr’Acte” di Jacques Ibert, per violino e chitarra,e “Tarantella siciliana op. 69” per pianoforte di Fr. Mercier, avviano all’ ascolto di combinazioni timbriche “sui generis”,essendo stati elaborati il primo per zufolo e chitarra e il secondo per zufolo ed orchestra di fiati. Ma il mio esperimento musicale più azzardato e folle porta il titolo di “Caravan” di Duke Ellington, un brano jazz magistralmente arrangiato dalla musicista Cinzia Gizzi,che così, ha voluto appoggiare questo mio esperimento singolare . La raccolta zufolomania si conclude con una Ballad molto melodica dal titolo “ Un Minuto” composta dal musicista Giuseppe Faranda: il titolo di questa ballad trova origine proprio nella durata del suo tema, all’incirca di un minuto,affidato alla zufolo,che riesce a creare,nonostante la sua brevità,un’atmosfera ricca di sentimento.
L’allestimento musicale di questo disco, prevede l’uso di quelle tecniche d’arrangiamento basate sulla timbrica e sull’uso soprattutto di strumenti tipici siciliani di natura Agro-Pastorale, (Zampogna, Zufolo, Bifira e Zufolo doppio)Anche se con qualche dissonanza, i loro timbri, fondendosi con il suono dei plettri, del basso, della fisarmonica, delle campane, della voce solista e del coro, creano un saund particolare che ci consente di far rivivere e gustare il sapore d’antichi valori e di proporre in maniera nuova alcuni dei brani più rappresentativi della tradizione musicale mediterranea. Lo zufolo(‘U Friscalettu) e la zampogna (‘A ciaramedda) sono gli strumenti musicali pastorali per eccellenza:lo zufolo siciliano, prevalentemente costruito in canna sebbene se ne trovano nei più svariati materiali ,organologicamente viene definito flauto di canna siciliano a becco corto o flauto di canna diritto semplice a becco a bocca zeppata,. accompagna la maggior parte dei brani musicali. Lo zufolo a paro (o doppio) dei Nebrodi,rappresenta un altro tipo di strumento rudimentale,la cui caratteristica fondamentale è data dall’essere costituito da due canne o tubi,di lunghezza ineguale e separati tra di loro,in cui il suonatore soffia contemporaneamente.Ciascun tubo consta di un certo numeri di fori che saranno cinque per lo zufolo destro e quattro per quello sinistro. Tale strumento è il protagonista nel brano ‘U Ballettu ,tipico della tradizione agro-pastorale per zufolo doppio, melodia questa che era eseguita dai pastori per alleviare la fatica delle loro lunghe ore di lavoro, trascorse ad accudire il gregge (transumanza, tosatura ecc…ecc…) ; ma il brano che meglio esprime l’evoluzione tecnica dello strumento stesso è “ Zufolomania”, con i suoi abbellimenti ( trillo, frullato, glissato ecc… ), e con il doppio e triplo staccato che si contrappongono ad un ritmo molto vivace. Altro strumento rudimentale impiegato per l’esecuzione d’alcuni brani è la zampogna con un suono melodioso , romantico capace di accostarsi a qualsivoglia ritmo e testo musicale. La zampogna a paro (strumento ad ancia semplice) è composta da quattro canne dette anche pifferi, (a volte anche cinque) di cui una funge da bordone,in grado di produrre un suono fisso basso,l’altra canna produce un altro suono fisso all’ottava superiore del bordone basso:la canna o piffero destro è fornita di fori che consentono di produrre il canto principale; mentre la canna o piffero sinistro produce solitamente l’accompagnamento del canto principale.(la quinta canna dà un altro suono fisso alla sedicesima superiore del suono basso). Particolarità strumentale di questo C.D. è l’uso di 8 campane costruite a Tortorici che accompagnano l’esecuzione di un brano tipico della tradizione popolare oricense “A Nuciddara”, canto popolare che animava la raccolta delle nocciole. Da un punto di vista tematico,in questa raccolta di brani, si celebrano semplicemente i sentimenti dell’animo umano, che oggi come ieri scandiscono il ritmo della vita . In primis quale sentimento guida cantiamo l’amore, (Amuri, Amuri-Sirinata di Carunia -Zichiti Zichiti) un amore che può essere passionale,struggente tale da sminuire l’uomo al cospetto della donna amata facendogli perdere il lume della ragione oppure malizioso e sbarazzino. All’amore segue il sentimento religioso, che permeava di sé ogni momento della giornata, e che trova il suo migliore sfogo musicale nel brano U Verbu Divinu, rappresentazione in musica della natività . In altri brani come nel ‘U Marranzanu si vuole semplicemente esaltare questo strumento, riscattandolo finalmente da quella tendenza che ha rilegato il suo uso ad un’atmosfera sinistra, tipica degli anni passati ; in altri come in Musica Musica, si vuole celebrare la musica in quanto tale.Nel brano Terra Scunsulata si descrivere in maniera toccante un fenomeno umano tanto antico quanto moderno, quello dell’immigrazione clandestina di tanti disperati che pur di approdare su terre migliori mettono a repentaglio la loro vita. In Nesci Suli si assiste ad una esaltazione, quale fonte di calore e quindi di vita, del Sole i cui raggi riscaldano il cuore; mentre in un altro, Ventu D’amuri si canta la nostra isola siliciana battuta dal vento caldo dell’Africa. Insomma quei testi che gelosamente la tradizione ci ha fatto pervenire, semplici per struttura musicale, in questo C.D. sono stati abbelliti, con l’applicazione accanto ai modi maggiore e minore, della scala minore armonica, grazie alla quale si è riusciti a creare una travolgente atmosfera mediterranea, della scala misolidia , di quella lidia ed infine la Be-Bop Scale; con l’inserimento di un’ampia varietà di tempi, quali i tempi binari,ternari e quaternari, semplici e composti, che permettono di utilizzare diversi ritmi (dalla tarantella al valzer, dalla polka allo swing).