La singolare prova musicale si è svolta al conservatorio “Corelli” di Messina, e ha avuto come felice protagonista da Dieci e lode Gemino Calà. Musicista eclettico, diplomato in clarinetto, sotto la guida del M° Gianni Giuffrè, nello stesso conservatorio messinese. Calà ha mostrato da sempre qualità musicali non comuni, misurandosi con successo nei più disparati generi del novecento.
gli strumenti musicali popolari siciliani ha poi mostrato una vocazione davvero speciale. Nella sua Tortorici si è nutrito fin dall’infanzia non solo dell’esperienza bandistica, ma anche della più radicata tradizione musicale agro-pastorale, scoprendo presto il flauto diritto di canna, quello semplice e doppio, e la zampogna a paro. Un amore a prima vista con gli aerofoni pastorali, che hanno presto esaltato le sue doti di virtuoso strumentista, ma anche quelle di autore musicale brillante e perfino di ricercatore e didatta, fino al punto da scrivere un vero e proprio metodo musicale per l’apprendimento della tecnica strumentale del flauto di canna.
E così quando ha dovuto rispondere alla chiamata d’iscrizione al neonato corso Jazz promosso con lungimiranza dal M° Angelo Anastasi, direttore del conservatorio di Messina, e affidato ad una musicista di valore, quale Cinzia Gizzi, Calà Scaglitta Giacomo (detto Gemino), non ci ha pensato più di tanto. Entrato nella cerchia esclusiva degli allievi di un grande del Jazz, l’italo-americano Tony Scott, Gemino Calà ha capitalizzato gli incontri romani con il grande clarinettista, scoprendo i segreti del Jazz di un maestro indiscusso per poi farli interagire con il suo nuovo percorso di formazione musicale al corelli.
Alla prova d’esame, dove si respirava un clima di grande soddisfazione per gli esiti complessivi raggiunti dal corso, Gemino Calà, dopo la brillante discussione della tesi sul Jazzista siculo-americano Tony Scott, ha dato vita a una performance musicale davvero convincente eseguendo dal Real Book una serie di brani, da lui stesso arrangiati ovvero la Ballad “Misery” di Tony Scott, “Blues in a closet” di Oscar Pettiford, sfoggiando la calda e intensa voce del suo clarinetto, per poi affidarsi, tra la sorpresa generale, al flauto di canna, in un’ammirevole e insospettata veste Jazz, con il celebre “A Night in Tunisia” di Dizzie Gillespie, accompagnato da Francesco Pisano, al pianoforte, Stefano Sgrò, alla batteria e Pino Garufi, al basso.
Mario Sarica
Gazzetta del Sud 19 Luglio 2005.